martedì 2 settembre 2025

"FRAMMENTI DI MEMORIA" - Mostra personale di GIOVANNI SESIA dal 08 settembre al 06 ottobre 2025

 

 La mostra parteciperà alla ventunesima edizione della giornata del contemporaneo AMACI 2025

Sabato 4 ottobre 2025

Giovanni Sesia nasce a Magenta (Milano), nel 1955. Dopo aver frequentato l’Accademia di Brera a Milano inizia a realizzare dipinti caratterizzati dall’accentuato cromatismo e dal segno forte. In seguito la sua pittura si sviluppa sulla ricerca tonale e sul contrasto tra luci e ombre lavorando tra astratto gestuale e suggestioni figurative. E’ in questo periodo che si avvicina alla fotografia quale mezzo tecnico da affiancare all’espressività pittorica. L’artista riesce a raggiungere un perfetto equilibrio fra i due linguaggi espressivi, senza farne prevalere l’uno sull’altro e in modo che l’uno aiuti l’altro a superare il proprio limite.

La svolta è alla fine degli anni ’90 quando viene in possesso di un vecchio archivio fotografico di un ospedale psichiatrico in abbandono. Le immagini scelte da Sesia evocano la storia e la memoria e questa tendenza lo ha portato a privilegiare sempre più volti, luoghi e oggetti.

La fotografia diviene per l’artista un pretesto su cui si innesca tutto il suo istinto e la sua ricerca artistica e l’equilibrio che l’opera trasmette è dato dalle pennellate e dalla grafia, segni che creano una sinergia tra spazi pieni e vuoti, ma in perfetta combinazione tra loro. Dalle antiche lastre trovate nei manicomi, alle vecchie immagini rinvenute, agli scatti da lui eseguiti, i soggetti scelti appaiono al tempo stesso lontani e familiari ed hanno la forza di penetrare nell’anima e di chiedere di non essere dimenticati. Sesia li riscatta dall’oblio e li offre a colui che li guarda con rispettoso amore.

I soggetti, scelti con estrema cura e passione, sono antichi ed atavici ed il solco in cui Sesia si muove è inevitabilmente intriso di tradizione. Utilizza abilmente i colori caldi della terra, i bruni, l’ocra e poi la ruggine per porre l'accento sull’umanità dei suoi soggetti.

Ha tenuto numerose mostre personali in Italia e all’estero 

                   

venerdì 18 luglio 2025

"LUMINOSE" - mostra personale di PETER HIDE 311065 - dal 28 luglio al 08 settembre 2025

 

 

Peter Hide 311065 nasce a Varese nel 1965. Creativo di professione, concepisce e progetta con la moglie il primo e-book della storia nel 1992 (INCIPIT).

Collabora nel campo del design con importanti aziende quali SWATCH e ALESSI e rilevanti aziende nel settore dell’arredamento.

La sua passione per l’arte inizia negli anni ‘80 durante il suo “gap year” a NYC ove incontra e conosce i maestri della pop e della street art internazionale. Tornato in Italia inizia la sua carriera nel mondo dell’arte come artista indipendente.

È il precursore e fondatore (insieme a G. Colosimo e C. Pietroiusti) di quella corrente artistica di carattere globale (definita da Luca Beatrice in uno dei suoi ultimi saggi “MONEY ART”), che attraverso l’uso sistematico di banconote nelle opere, utilizzate proprio come supporto-materia del suo lavoro, sonda il delicato rapporto tra società-economia e individuo-denaro, come "messaggio" di un malessere contemporaneo.

L’artista ha partecipato a numerose mostre e manifestazioni artistiche tra cui la Prima Biennale di Malta nel 1996, dove ha vinto il secondo premio. Ha esposto in diverse gallerie d’arte ed istituzioni museali in Italia e all’estero, tra cui alla Galleria Infantellina a Berlino nel 2011, alla Triennale di Milano nel 2014, al museo MA*GA di Gallarate (VA) nel 2016. Nel 2017 partecipa a Padiglione Tibet durante la 57° Biennale D’Arte di Venezia e l’anno seguente ritorna a Venezia ai Magazzini del Sale, al museo F. Bodini di Gemonio nel 2019, al museo di arte contemporanea Villa Croce di Genova, nella sede della Commissione Europea di Bratislava e Vienna, in Palazzo Regione Lombardia e nella prima mostra collettiva dedicata alla “Money Art” a Brighton (UK). Nel 2021 al museo ZKN di Karlsruhe in Germania.

Nel 2022 il Blog Australiano di Melbourne Banknoteartconcept gli dedica un’ampia antologia promuovendolo sui loro social.

A complemento del proprio percorso artistico, edita negli anni diversi libri d’artista con note case editrici e partecipa alla IV° Biennale del Libro di Artista di Napoli nel 2017.

Da sempre vicino alla Fiber art, realizza tappeti artistici e spesso lavori con intrecci e materiali tessili come enfatizzazione del proprio messaggio.

 

“Ho scelto diversi anni fa il nome d’arte Peter Hide 311065 (mi chiamo Franco Crugnola) derivandolo dall’ossimoro tra Peter pan (noto sempiterno bambino buono) e mr. Hyde (la parte brutale e “cattiva” del dottor Jekyll). i due nomi hanno la stessa notorietà e rappresentano il primo il bene, l’innocenza, la purezza e la bellezza, il secondo il male, la cruenta e la forza bruta. come nel romanzo di R. Stevenson ove la lotta impari che oppone il bene e il male tra Jekyll a Hyde, mette in gioco temi di grande suggestione, la metamorfosi e il doppio, lo specchio e il sosia, fino a toccare le corde più segrete e inconfessate dell'animo umano, cosi nei miei lavori cerco di ricreare il male che può prevaricarci attraverso un’immagine allegra e scanzonata.

Cerco di rappresentare attraverso immagini che fanno parte del nostro vivere quotidiano, ed apparentemente concilianti, gli opposti che esse stesse rappresentano, e di aprire nella mente dello spettatore che vorrà approfondirne la lettura, una porta immaginaria verso il pericolo della sopraffazione dell'effimero. In una società contemporanea, dove tutto è misurabile col e dal denaro, e dove spesso si ha la sensazione che non solo il materiale ne sia soggiogato, ma anche l'immateriale, la parte più unica che contraddistingue l'individuo, il denaro, ha per me il valore simbolico di rappresentare il pericolo di una vasta decadenza culturale, e per opposto il degrado che la sua mancanza ne produce.

Non voglio rappresentare graficamente la povertà, la violenza fisica o psicologica, il degrado ambientale, ma neppure la bellezza generata solo ed unicamente dalla manipolazione della ricchezza, la sensazione di potenza quasi divina ed il sogno di felicità, ma voglio far riflettere su che cosa genera ciò per cui tutti noi ci affanniamo, viviamo e a volte moriamo: il denaro.”

 




giovedì 26 giugno 2025

"IL SILENZIO DELLA SUPERFICIE" - Mostra personale di ISABELLA RIGAMONTI - dal 30 giugno al 28 luglio 2025

 

 L’acqua non parla eppure racconta.

Nelle sue superfici si riflette quella quiete apparente che nasconde profondità inesplorate.

“Il silenzio della superficie”, l’ultima mostra di Isabella Rigamonti presso Showcases Gallery di Varese invita a sostare davanti al mistero delle acque che hanno ispirato generazioni di artisti: i laghi a cui fanno da sfondo le montagne e le acque Veneziane che sussurrano storie millenarie. Come consuetudine Isabella Rigamonti scatta le sue fotografie in digitale, ma rinuncia a rielaborarle in post produzione, dando vita ad immagini che evocano la pittura, grazie ad una tecnica che crea effetti di velatura e sovrapposizione. Il suo lavoro si muove tra fotografia concettuale e gesto pittorico, accostando porzioni in bianco e nero e a colori, restituendo all’immagine una dimensione fluida, onirica.

Questa mostra presenta un corpus di lavori dove l’elemento acquatico diventa protagonista, non semplice paesaggio, ma visione viva e meditativa. Qui la fotografia abbandona la tentazione del pittoresco, per addentrarsi in territori più inquieti e rilevatori. Ogni istate fotografico è trasformato in durata e la singola visione in stratificazione temporale.

I quadri esposti conducono lungo un percorso contemplativo tra le acque immobili dei laghi Varesini e dove il silenzio è così denso da farsi tangibile, e le acque mobili di Venezia, dove ogni riflesso porta con sé l’eco di una civiltà costruita sull’acqua. La scelta di alternare scorci veneziani a visioni lacustri non è casuale. Venezia rappresenta l’acqua addomesticata, storicizzata, carica di memoria culturale, il lago invece rappresenta l’acqua selvaggia, specchio primordiale e naturale che precede ogni intervento umano. Insieme questi due universi acquatici disegnano una mappa emotiva completa: dalla natura alla cultura, dal selvaggio al sublime architettonico.

Particolarmente significativa la scelta di accostare il bianco e nero al colore. Non c’è gradualità, non c’è sfumatura: il passaggio è netto. Questa decisione estetica radical genera una tensione visiva che rispecchia la natura stessa dell’acqua, elemento di confine tra il visibile e l’invisibile, superficie e profondità, presente e memoria. Il bianco e nero restituisce l’acqua alla sua essenza archetipica, la trasforma in materia prima del vedere. Il colore quando irrompe, non è decorazione ma evento, rivelazione di una realtà che si manifesta, oltre la sua apparenza monocromatica. E’ come se l’artista ci mostrasse due nature dell’acqua: quella universale e atemporale dell’acqua del bianco e nero e quella specifica e localizzata del colore.

Le opere uniche di Isabella Rigamonti in mostra, catturano quei momenti sospesi e ogni fotografia diventa una finestra su un mondo acquatico dove regnano la pace e l’introspezione. La superficie dell’acqua apparentemente muta, diventa così il linguaggio più eloquente della natura, capace di raccontare la bellezza del mondo attraverso i suoi riflessi. In un ‘epoca di immagini urlate ed immediate, “Il silenzio della superficie” propone un tempo diverso della visione, quello della contemplazione e dell’attesa e del riconoscimento.

Biografia di Isabella Rigamonti:

Al termine degli studi artistici il suo esordio è nel campo pittorico figurativo con tecniche tradizionali da cui ben presto si allontana per confluire in una sperimentazione artistica di natura percettiva informale, con tecniche e materiali espressivi inconsueti.

Sviluppa quindi l’interesse per la fotografia, che diventa ben presto il suo strumento espressivo di riferimento, il cui studio della tecnica viene coltivato con la frequentazione di diversi corsi annuali anche presso l’Accademia Forma di Milano.

L’artista compie un lavoro complesso a livello fotografico, realizzando senza l’utilizzo di rielaborazioni digitali successive un effetto di velatura e stratificazione dell’immagine e rielabora la fotografia in forma concettuale e gestuale, facendo convivere, sulla fotografia a colori parti di fotografia in bianco e nero, che all’interno dell’opera vivono di vita propria e ne individuano al contempo una dimensione differente che muta la percezione stessa dell’opera. La “foto-pittura” di Isabella, in particolare la Serie dedicata alla Forma Fluida riesce a restituire attraverso un’immagine rarefatta ma densa di colori, uno spazio mutevole privo di una connotazione temporale, ma con una duplicazione che ci trasporta nell’infinito susseguirsi dei gesti quotidiani.

I suoi pezzi unici sono stati esposti negli anni in numerose Mostre Collettive e Personali, presso, Gallerie Private (Galleria Cart, Galleria FMArt Studio, Galleria Villa e Galleria Artista di Monza/Galleria PEP Art, Galleria MICRO ARTI VISIVE di Roma, Galleria Viola@arte di Galliate/Lugano, Galleria Castel Negrino Arte /Galleria Showcases Gallery di Varese/ Galleria Pardes di Mirano/ Galleria Art Factory di Venezia), Spazi Espositivi Comunali, Padiglioni Collaterali della Biennale di Venezia, Fiere Italiane ed Estere di settore e Musei ( Museo Casa Tadini, Museo Civico Floriano Bodini, Museo Enrico Butti, Museo Parisi Valle, MIMUMO, MAC di Lula e MAGA). Inoltre le sono stati dedicati diversi articoli sulle riviste di settore e diverse sue opere sono entrate in collezione permanente dei Musei sopra citati.