L’acqua non parla eppure
racconta.
Nelle sue superfici si
riflette quella quiete apparente che nasconde profondità inesplorate.
“Il silenzio della
superficie”, l’ultima mostra di Isabella Rigamonti presso Showcases Gallery di
Varese invita a sostare davanti al mistero delle acque che hanno ispirato
generazioni di artisti: i laghi a cui fanno da sfondo le montagne e le acque Veneziane
che sussurrano storie millenarie. Come consuetudine Isabella Rigamonti scatta
le sue fotografie in digitale, ma rinuncia a rielaborarle in post produzione, dando
vita ad immagini che evocano la pittura, grazie ad una tecnica che crea effetti
di velatura e sovrapposizione. Il suo lavoro si muove tra fotografia
concettuale e gesto pittorico, accostando porzioni in bianco e nero e a colori,
restituendo all’immagine una dimensione fluida, onirica.
Questa mostra presenta
un corpus di lavori dove l’elemento acquatico diventa protagonista, non
semplice paesaggio, ma visione viva e meditativa. Qui la fotografia abbandona
la tentazione del pittoresco, per addentrarsi in territori più inquieti e
rilevatori. Ogni istate fotografico è trasformato in durata e la singola
visione in stratificazione temporale.
I quadri esposti
conducono lungo un percorso contemplativo tra le acque immobili dei laghi Varesini
e dove il silenzio è così denso da farsi tangibile, e le acque mobili di
Venezia, dove ogni riflesso porta con sé l’eco di una civiltà costruita
sull’acqua. La scelta di alternare scorci veneziani a visioni lacustri non è
casuale. Venezia rappresenta l’acqua addomesticata, storicizzata, carica di
memoria culturale, il lago invece rappresenta l’acqua selvaggia, specchio
primordiale e naturale che precede ogni intervento umano. Insieme questi due
universi acquatici disegnano una mappa emotiva completa: dalla natura alla
cultura, dal selvaggio al sublime architettonico.
Particolarmente
significativa la scelta di accostare il bianco e nero al colore. Non c’è
gradualità, non c’è sfumatura: il passaggio è netto. Questa decisione estetica
radical genera una tensione visiva che rispecchia la natura stessa dell’acqua,
elemento di confine tra il visibile e l’invisibile, superficie e profondità,
presente e memoria. Il bianco e nero restituisce l’acqua alla sua essenza
archetipica, la trasforma in materia prima del vedere. Il colore quando
irrompe, non è decorazione ma evento, rivelazione di una realtà che si
manifesta, oltre la sua apparenza monocromatica. E’ come se l’artista ci
mostrasse due nature dell’acqua: quella universale e atemporale dell’acqua del
bianco e nero e quella specifica e localizzata del colore.
Le opere uniche di
Isabella Rigamonti in mostra, catturano quei momenti sospesi e ogni fotografia
diventa una finestra su un mondo acquatico dove regnano la pace e
l’introspezione. La superficie dell’acqua apparentemente muta, diventa così il
linguaggio più eloquente della natura, capace di raccontare la bellezza del
mondo attraverso i suoi riflessi. In un ‘epoca di immagini urlate ed immediate,
“Il silenzio della superficie” propone un tempo diverso della visione, quello
della contemplazione e dell’attesa e del riconoscimento.
Biografia di Isabella
Rigamonti:
Al termine degli studi artistici
il suo esordio è nel campo pittorico figurativo con tecniche tradizionali da
cui ben presto si allontana per confluire in una sperimentazione artistica di
natura percettiva informale, con tecniche e materiali espressivi inconsueti.
Sviluppa quindi
l’interesse per la fotografia, che diventa ben presto il suo strumento espressivo
di riferimento, il cui studio della tecnica viene coltivato con la
frequentazione di diversi corsi annuali anche presso l’Accademia Forma di
Milano.
L’artista compie un
lavoro complesso a livello fotografico, realizzando senza l’utilizzo di rielaborazioni
digitali successive un effetto di velatura e stratificazione dell’immagine e
rielabora la fotografia in forma concettuale e gestuale, facendo convivere,
sulla fotografia a colori parti di fotografia in bianco e nero, che all’interno
dell’opera vivono di vita propria e ne individuano al contempo una dimensione
differente che muta la percezione stessa dell’opera. La “foto-pittura” di Isabella,
in particolare la Serie dedicata alla Forma Fluida riesce a restituire
attraverso un’immagine rarefatta ma densa di colori, uno spazio mutevole privo
di una connotazione temporale, ma con una duplicazione che ci trasporta
nell’infinito susseguirsi dei gesti quotidiani.
I suoi pezzi unici sono
stati esposti negli anni in numerose Mostre Collettive e Personali, presso,
Gallerie Private (Galleria Cart, Galleria FMArt Studio, Galleria Villa e
Galleria Artista di Monza/Galleria PEP Art, Galleria MICRO ARTI VISIVE di Roma,
Galleria Viola@arte di Galliate/Lugano, Galleria Castel Negrino Arte /Galleria
Showcases Gallery di Varese/ Galleria Pardes di Mirano/ Galleria Art Factory di
Venezia), Spazi Espositivi Comunali, Padiglioni Collaterali della Biennale di
Venezia, Fiere Italiane ed Estere di settore e Musei ( Museo Casa Tadini, Museo
Civico Floriano Bodini, Museo Enrico Butti, Museo Parisi Valle, MIMUMO, MAC di
Lula e MAGA). Inoltre le sono stati dedicati diversi articoli sulle riviste di
settore e diverse sue opere sono entrate in collezione permanente dei Musei
sopra citati.